sabato 15 dicembre 2007

Fante Carmine Chinni, medaglia d'oro Prima guerra mondiale

Intervista a nonno Carmine, 93 anni, combattente e reduce nella 1a Guerra Mondiale

Il giorno 23 febbraio 1989, siamo andati ad intervistare il signor Chinni Carmine, un anziano ex-combattente di 93 anni, che ci ha raccontato la sua vita vissuta nella 1a Guerra Mondiale.
Egli, apparteneva al battaglione n. 135, era un fante.
Partì, a 17 anni, il 24 maggio 1915.
Ha combattuto nel Trentino al Pasubio (a m. 1800 d’altezza), al Tonale e alla Presanella.
Ci ha detto che quella fu “la guerra dei somari”.
Egli e tutti gli altri soldati camminavano nelle campagne.
Ogni soldato aveva sulle spalle minimo 40 kg di roba.; i cavalli trainavano su degli assi di legno, le “artiglierie da campagna”: le armi più potenti di allora!
Dopo che i nostri persero a Caporetto, lui ed altri soldati tornarono sul fiume Isonzo.
Fu ferito ad una gamba, mentre combatteva a 3 metri dalla “trincea nemica”, da un ferro che gli entrò da una parte e gli uscì dall’altra: fu portato all’ospedale militare di Verona.
Dal fiume Isonzo il battaglione n. 135 arrivò al confine dei Pirenei (montagne che separano la Francia dalla Spagna).
In quel periodo faceva freddo, ogni soldato aveva scarpe di legno, tre coperte e un sacco a pelo, con dentro lana di pecora.
Dormivano all’addiaccio.
La neve lasciava scottature che il vecchio Carmine ci ha fatto vedere: ha le gambe e i piedi congelati con scottature di secondo grado.
I soldati avevano dei pidocchi molto grandi (quasi come un pollice) che si attaccavano sulla schiena e succhiavano il loro sangue. Allora ai soldati si toglievano la camicia, strisciavano la schiena sulla neve e i pidocchi dimagrivano.
Quando si rimettevano la camicia, i pidocchi erano più affamati e arrabbiati, così morsicavano più forte.
Carmine aveva anche il compito di mettere le “micce” nelle gallerie per fare le “feritoie” e spiare il nemico.
Ogni tanto il suo battaglione lanciava un “pallone aerostatico” per controllare gli austriaci. Un gruppo di fanti che si trovava su un pallone fu dato per disperso: chissà dove andò a finire….!
Carmine Chinni ha ricevuto la medaglia d’oro e il titolo di “Cavaliere di Vittorio Veneto”.
quando fu firmato l’armistizio a Vittorio Veneto, il 4 novembre 1918, per Carmine (ma non solo per lui) fu un giorno fantastico!
Carmine voleva incontrare suo fratello che era partito un anno dopo di lui.
Carmine Chinni è stato un “Eroe” con la “E” grandissima. Ha conosciuto direttamente persone molto importanti: il Re, Vittorio Emanuele III, Francesco Baracca, Luigi Cadorna e Armando Diaz.
Egli ci ha detto che i soldati scavavano i “camminamenti” profondi circa m. 2.30 che venivano coperti da sacchi pieni di terra (terra-pieno) e tralicci di quercia.
Carmine scoprì che un camminamento giungeva “fuori linea”. Un giovane ogni giorno lo attendeva in quel posto e gli dava un giornale per sapere cosa succedeva in altre zone militari.
Le trincee austriache (a 3 piani) erano fatte con fili spinati carichi di corrente elettrica.
Gli italiani però riusciva a costruire delle pinze molto lunghe anti-corrente con i manici in legno.
I soldati in guerra restavano a combattere duramente anche per una settimana intera, spesso senza cibo.
Per mangiare ricevevano una fetta di polenta quasi ghiacciata: freddissima, e un tozzo di pane.
C’erano dei soldati scelti ed addestrati nei “campi minati” che lanciavano le “mine” (bombe a mano) con molta destrezza e sveltezza.
Molti soldati persero la vita perché la bomba scoppiò nelle loro mani uccidendoli.
Ogni “mina” faceva esplodere 30 schegge.
Ogni soldato riceveva 12 “mine” al giorno.

Episodio commovente da un soldato austriaco.
Non si volevano uccidere perché tutti e due avevano una famiglia che li aspettava…
allora i due soldati (uno italiano e uno austriaco) fecero amicizia: ogni giorno di nascosto si incontravano, si scambiavano e fumavano una sigaretta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un racconto commovente e drammatico, non si può dire altro che: grazie Carmine, a te e a tutti i valorosi della storia.

Anonimo ha detto...

Carmine come tutti quei ragazzi che vissero quel periodo siano di esempio nei confronti delle nuove generazioni per l'alto senso di onore, coraggio, abnegazione, umanità...che hanno rappresentato e che tutt'ora rappresentano.
grazie ragazzi e onore a tutti voi