mercoledì 5 dicembre 2007

Prima Guerra mondiale nei ricordi di un ex combattente

Intervista a nonno Nicola Evangelista sulle vicende della Prima Guerra Mondiale

Il mio bisnonno Nicola Evangelista di 92 anni, ex combattente nella 1a Guerra Mondiale nel Reggimento di Fanteria n. 34, ha partecipato a tutto il conflitto mondiale combattendo di più sulla linea dell’Isonzo: era un soldato addetto al lancio delle “mine” nei “campi minati”. Mi ha detto che c’erano diversi tipi di bombe a mano ed anche per aeroplani.
Le bombe a mano avevano un’apposita fascetta che serviva da sicurezza : era un pezzetto di ferro lungo e sottile che dopo averlo sfilato sganciava la sicura.
La bomba si teneva con la mano destra e con l’altra si levava la sicura che si tirava prima il braccio indietro poi in avanti: la bomba si staccava dalla sicura poi si ritirava il braccio per il lancio finale.
I soldati addetti alle bombe, prima di lanciarle dovevano contare da uno a due, al tre la bomba scoppiava.
C’erano le “signorine” (bombe a mano) che avevano una stecca e un velo di stoffa, esse avevano lo stesso funzionamento delle bombe a mano, solo però che bisognava tenerle per il bastoncino.
C’era un altro tipo di “signorina”, quella da fucile. Dentro al fucile si metteva il “cartoccio” (pezzo di carta), un po’ di polvere esplosiva, e infine la “signorina”, che teneva non un bastoncino, ma due: uno davanti che colpendo rientrava ed esplodeva; il bastoncino di dietro teneva un pezzetto di calamite per attaccarsi al fucile: la polvere come esplodeva faceva schizzare la bomba.
Le bombe degli aerei erano di due tipi: uno ad orologio e teneva un pulsante che azionava non solo l’orologio, ma anche la bomba; l’altro tipo aveva lo stesso funzionamento della signorina (bomba a mano da fucile).
I soldati avevano l’attrezzo picco e pala per fare le buche.
Il mio bisnonno ha scavato anche i “camminamenti” (trincea con terra-pieno).

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