sabato 10 novembre 2007

Cosa succedeva quando una bambina durante la guerra rimaneva sola?

Nonna Rachele rimane sola: il padre è al fronte e la mamma ammalata in sanatorio… (10)

Nel periodo della Guerra nonna Rachele ha solo 9 anni. Ecco il suo racconto:
«Avendo il padre prigioniero e la madre in sanatorio, fui sballottata prima dagli zii e dopo al collegio di Sant’Agata di Chieti.
Purtroppo una notte il collegio fu bombardato dai tedeschi: crollarono muri, soffitti; ci furono dei bambini feriti e ci terrorizzammo tutti.
Nel collegio vivevo male: senza mangiare, dormendo nel rifugio, vivendo nel terrore dei bombardamenti. Fui ricoperta da pidocchi. Un giorno andammo tutti i bambini a fare una passeggiata e passando davanti alla villa comunale di Chieti vedemmo tanti morti che i tedeschi avevano mitragliato dagli aerei. Questo per me è stato un brutto ricordo, anzi un’ossessione.
Mi ricordo quando gli sfollati invasero il collegio e quando dovevo lasciare il collegio e le suore ci prepararono degli zainetti con una fetta di pane, un po’ d’acqua, qualche indumento intimo, perché dovevamo sgombrare il collegio e non si sapeva dove saremmo andati. Fra di noi c’erano bambini anche piccolissimi.
Il 2 dicembre, Chieti fu dichiarata città aperta e così rimanemmo in collegio.
Nella mia memoria è ancora vivo il ricordo dei militari che vedevo per la prima volta nella mia vita. Dopo gli inglesi, vennero militari di tutte le razze che attraversarono la nostra penisola.
L’11 dicembre 1946 papà tornò dalla prigionia e mia madre a casa, guarita dalla tubercolosi, e, così, la nostra famiglia si ricompose».

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