domenica 25 novembre 2007

figli della lupa, piccole italiane, balilla

Il Fascismo nei ricordi di nonna Edda

Le divise che indossavano le persone per fare la marcia su Roma ogni 24 maggio erano regalate dal governo.
I bambini piccoli che andavano a scuola erano chiamati “figli della lupa”, i bambini più grandi erano chiamati “balilla”, le bambine venivano chiamate “piccole italiane”; io ero la caposquadra di un gruppo di piccole italiane. La maestra mi aveva dato un diploma e una croce al merito di bronzo con scritto “gilla, italiano, littorio” e con un fiocchetto tricolore. I figli della lupa vestivano con: un calzoncini corto nero, una camicia blu, on un foulard blu e una bandierina tricolore; i balilla vestivano più o meno come i figli della lupa. Le piccole italiane vestivano con una gonna di cotone a pieghe e una camicia bianca con berretto.
Le famiglie che avevano sette figli non pagavano le tasse e l’estate, alla chiusura della scuola, li mandavano o al mare a Francavilla o in montagna, e non pagavano i libri.
Quando il governo aveva bisogno di fondi, mandava il maresciallo casa per casa e le persone spontaneamente dovevano donare la fede e le pentole di rame. Il sabato fascista non si andava a scuola e non si lavorava, ma ci si dedicava all’educazione fisica.
Per comperare i viveri c’era bisogno di una tessera che possedeva ogni individuo.

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