mercoledì 7 novembre 2007

Nelle case riamangono solo le donne, gli anziani e i bambini

La nonna di Paolo vive nelle campagne di Vasto e ha 17 anni quando scoppia la guerra (12)

Racconta: Nel 1943 avevo 17 anni e abitavo in campagna. Durante la guerra avevo tanta paura sia dei bombardamenti che dei soldati tedeschi, che entravano nelle nostre case armati e facevano da padroni. Prendevano tutto ciò che trovavano da mangiare, saccheggiavano le nostre cantine e minacciavano di morte se qualcuno resisteva ai loro voleri.
Tante volte i nostri genitori ci nascondevano in rifugi segreti scavati nelle vicinanze della casa oppure ci facevano sembrare vecchiette al lavoro di maglia, con fazzoletti in testa che nascondevano il nostro viso e chiaramente la nostra età per evitare le molestie dei soldati.
Tante nostre case mancavano di uomini partiti per la guerra e altri rapiti dai tedeschi.
Una volta siamo stati allontanati dalla nostra abitazione per 20 giorni dai tedeschi, perché la nostra casa doveva diventare comando tedesco per poter fronteggiare l’arrivo degli americani, in quanto le finestre si affacciano sul porto di Punta Penna.
Ci siamo allontanati ospiti di conoscenti, portando dietro provviste e indumenti.
Quando nel 1945 dal porto di Punta Penna sbarcarono gli americani, nostri alleati, le nostre condizioni sono migliorate e finalmente la tranquillità ricominciò ad esistere nella nostra vita. ricordo con piacere la notizia dell’armistizio che segnò la fine della guerra.
Oltre all’aiuto con le armi, gli americani aiutarono anche con l’apporto di viveri che in tanti paesi scarseggiavano. L’esperienza della guerra fu terribile.

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